Nomina dell’Ing. Nicolas Esquillan a Socio Onorario per l’anno 1984

Si riporta la motivazione con cui fu conferita all’Ing. Nicolas Esquillan la Medaglia di Socio Onorario dell’Associazione in occasione delle Giornate A.I.C.A.P.’85 di Riva del Garda.

La introduzione è del Prof. Carlo Cestelli Guidi.

La presentazione del Prof. Franco Levi

 

Nicolas Esquillan è uno dei Tecnici più noti in Francia ed all’Estero, sia come studioso e ricercatore di aspetti particolari della tecnica del cemento armato e precompresso sia come progettista di opere ardite.

Lascio al vice-presidente Franco Levi – che è stato vicino ad Esquillan in varie occasioni nella ricerca scientifica e nella attività professionale – di dettagliarne la figura, meglio di quanto potrei fare io stesso.

Mi limiterò solo a ricordare fra le molteplici opere concepite da Esquillan, la straordinaria copertura degli Hangars di Marignane, in volta sottile in c.a. di 101 metri di luce. Opera questa che ha destato l’ammirazione dell’ambiente dei Tecnici per la arditezza della struttura e l’eleganza architettonica della forma.

Di pari risonanza sono le doti umane di Nicolas Esquillan che con modestia ma fermezza ha saputo portare il suo incisivo apporto ai lavori delle varie Commissioni di studio di cui ha fatto parte.

Desidero in particolare ricordare la straordinaria abilità e capacità di sintesi con cui egli seppe ordinare e portare a termine, dirimendo vari contrasti, il testo delle Norme del Comitato Misto F.I.P./C.E.B. che venne presentato a Praga nel 1970.

Nel riconoscimento di questi suoi meriti il Consiglio Direttivo dell’A.I.C.A.P. ha voluto conferirgli la medaglia di Socio Onorario, che sono lieto di porgergli.

Carlo Cestelli Guidi

 

Il Consiglio Direttivo dell’AICAP mi ha affidato il graditissimo compito d’illustrare l’eccezionale carriera di costruttore dell’amico Nicolas Esquillan al quale il Consiglio ha conferito all’unanimità il titolo di membro Onorario dell’Associazione. Compio questo incarico con molto piacere in quanto ho collaborato con l’Ing. Esquillan per oltre trent’anni, sia nel quadro delle varie Associazioni Internazionali, sia sul piano professionale nella realizzazione del Palazzo a Vela di Torino. Per essere più preciso devo dire che non tanto di collaborazione si è trattato quanto, da parte mia, di apprendistato. Da lui infatti ho imparato moltissimo sia sul piano tecnico scientifico che sul piano umano. Mi sia quindi consentito di qualificare questa mia presentazione come un omaggio al mio Maestro.

Il compito di riassumere in poche parole l’opera di Nicolas Esquillan non è agevole data la mole veramente imponente delle sue realizzazioni e dei suoi studi. Mi dovrò quindi limitare a segnalare gli aspetti salienti della sua ineguagliabile personalità d’ingegnere di antico stampo, caratterizzata da una visione approfondita di tutti gli aspetti del mestiere di costruttore.

Quale ingegnere e, successivamente, quale Direttore tecnico di una delle più antiche e rinomate Imprese francesi, la Boussiron-Travaux Publics, egli ha conseguito tra il 1935 e il 1955 ben cinque record mondiali, alcuni dei quali sussistono tutt’ora:

-        Il ponte della Roche Guyon sulla Senna, record mondiale, con 161 metri, degli archi in cemento armato con impalcato sospeso (1935). (Egli aveva allora soltanto 33 anni)

-        Il ponte della Coudette sul Gave di Pau, record mondiale dei Bow Strings, con pareti triangolate (111 metri di luce) (1943)

-        Il viadotto del Mediterraneo sul Rodano, record mondiale, con 124 metri, dei ponti ferroviari a doppio binario in cemento armato (1950)

-        Gli Hangars di Marignane di 101,5 metri, record mondiale delle volte sottili in cemento armato con tiranti (1951)

-        Il viadotto della Voulte sul Rodano, primo grande ponte ferroviario francese in cemento armato precompresso di 300 metri di lunghezza (1955) (di cui vorrei qui ricordare la classica eleganza di linea)

Seguirono, in veste di Direttore Tecnico di vari gruppi di Imprese, i piloni del ponte di Tancarville di 123 metri di altezza; le volte del Palazzo delle Esposizioni del CNIT di Parigi (238) metri), la collaborazione al progetto della Torre della Vela di Torino (1960), lo stadio olimpico di Grenoble (1967). Ma forse, più ancora che l’elenco di opere singole, per quanto eccezionali esse siano, impressiona l’estensione delle costruzioni realizzate: due milioni di metri quadrati di coperture sottili in cemento armato e 38.000 metri lineari di ponti dal 1920 al 1960.

Esquillan è stato però, ed è tuttora, non solo un grande realizzatore ma anche un profondo innovatore nell’interpretazione teorica del comportamento del cemento armato. Interessante citare a tal proposito un passaggio di una sua lettera “…Sin dal 1924 io cominciai ad avere i primi dubbi sulla validità dei regolamenti. Dubbi che mi condussero ad intraprendere una carriera parallela…”.

Ed è in questa veste che io lo conobbi nel 1953 in occasione della fondazione del Comitato Europeo del Cemento Armato. Con lui lottammo per anni fino a conseguire i primi risultati concreti nel 1964, e quindi nel 1970, con l’emanazione di due edizioni di “Raccomandazioni Internazionali” che hanno profondamente influito sulla successiva evoluzione dei principi di sicurezza e dei metodi di calcolo. Il proseguimento dei lavori del CEB e della FIP, che hanno portato alla pubblicazione del Model Code del 1978, e quelli attualmente in atto a Bruxelles per la preparazione degli Eurocodici sono il frutto naturale dei “dubbi” ai quali alludeva Esquillan.

Nel CEB, il nuovo Membro Onorario dell’AICAP svolse le funzioni fondamentali di relatore della Commissione incaricata di redigere le Raccomandazioni, fu anche per anni Vice Presidente. Ma a tali titoli se ne aggiungevano molti altri conseguiti sia in Francia che all’estero. Citerò alcuni fra ii più significativi: la partecipazione per decine d’anni a tutte le Commissioni di regolamento francesi in tema di cemento armato ordinario e precompresso, di costruzioni civili, di grandi dighe; la redazione delle prime Norme francesi sulla Neve e sul Vento, assunte poi quale modello in tutto il mondo; la vice presidenza dell’AIPC; la partecipazione alla fondazione dell’IASS.

Numerosi e significativi infine i riconoscimenti scientifici: dottore honoris causa dell’Università di Stoccarda; medaglia internazionale dei Ponts et Charpantes (Vienna 1980); membro onorario del CEB e dell’IASS; medaglia Freyssinet della FIP nel 1970.

Esquillan mi aveva raccomandato di non eccedere nelle lodi. Ritengo di aver rispettato il suo desiderio in quanto mi sono attenuto ai fatti. Nello stesso stile io mi limiterò, per concludere, a riprodurre un giudizio da lui formulato su se stesso: ”io ho semplicemente compiuto con passione il mio mestiere d’ingegnere-costruttore seguendo la mia vocazione per creare nuove strutture spesso realizzate con metodi nuovi”. Di mio aggiungerò soltanto il rimpianto che la tendenza moderna alla specializzazione sempre più spinta non consenta più la formazione d’ingegneri di questa portata e faccia quindi apparire uomini della tempra di Esquillan come delle figure quasi leggendarie.

Franco Levi

L’Ing. Nicolas Esquillan è scomparso il 27 agosto del 1989.