Scomparsa del Prof. Giorgio Macchi

Scomparsa del Prof. Giorgio Macchi

Il 4 agosto scorso è venuto a mancare il Prof. Giorgio Macchi.

Il prof. Macchi, sempre vicino alla nostra Associazione, fu Consigliere aicap dal 1984 al 1992 e nel 1992 fu nominato Socio Onorario.

Si può leggere qui la motivazione letta dall’allora Presidente aicap  Prof. Elio Giangreco, con cui fu conferita al Prof. Ing. Giorgio Macchi la Medaglia di Socio Onorario dell’Associazione in occasione delle Giornate aicap ’93 di Pisa.

Pubblichiamo il ricordo del Prof. Macchi del Prof. Enzo Siviero, Consigliere aicap.

Giorgio Macchi ci ha lasciato! Per i suoi
90 anni avevo scritto un pensiero che voglio condividere
(30 gennaio 2020)

Il 14 gennaio us ho avuto l’immenso piacere di partecipare ai festeggiamenti a Pavia per i 90 anni del mio maestro Giorgio Macchi. Un’occasione straordinaria nell’ambito di un evento unico e in una prestigiosissima aula dell’Ateneo Pavese intitolata a Ugo Foscolo con affaccio a un cortile dove fa bella mostra di se una statua di Alessandro Volta. L’eccezionale statura accademica professionale ed etica di Macchi ha fatto da sfondo a tre interventi di altrettanti personaggi che hanno fatto la storia dell’ingegneria strutturale dedicata alla sicurezza dei nostri monumenti nel rispetto dei canoni più rilevanti dettati dal Mibac. Carlo Viggiani, Michele Jamiolkoski, Gian Michele Calvi si sono avvicendati in un “racconto” quasi epico. Torre di Pisa in primis, ma ben oltre in un susseguirsi di citazioni vissute appieno, che hanno incantato il folto pubblico presente facendo comprendere come solo con l’Interdisciplinarietà praticata nel rispetto e nella valorizzazione dei singoli ruoli si possano raggiungere risultati di assoluta eccellenza anche a valere come esempi virtuosi di buone pratiche. A mia volta ho colto l’opportunità di porgere il saluto più affettuoso al mio Maestro ricordando altresì, come tutto il suo straordinario passato sia ora ben conservato e classificato all’Archivio Progetti dello IUAV sotto la direzione di Serena Maffioletti. Ho poi concluso il mio breve intervento presentando il pregevole volume appena pubblicato : Giorgio Macchi OPERE edito da Il Poligrafico, dove sono illustrate le innumerevoli realizzazioni del Nostro dai primi tempi in cui era impegnato nello studio di Silvano Zorzi fino alle realizzazioni più recenti. Una carrellata di straordinarie interpretazioni di come l’architettura strutturale possa essere esibita senza enfasi ma con sobria eleganza anche formale. Un fulgido esempio di come, ricordando Nervi e Morandi, sia stato possibile coniugare il trinomio a me pure molto caro : ricerca didattica professione , che io stesso ho praticato in tutta la mia vita in ciò riconoscendomi come suo allievo a tutto campo.  Ciò che ho appreso da Giorgio Macchi ho cercato a mia volta di riversare ai miei studenti , negli studi e ricerche da me perseguiti con forte determinazione per finire nelle tante idee progettuali da me prodotte soprattutto sul tema del Ponte. Un debito di riconoscenza che mai potrò dimenticare.

A tal proposito voglio riportare di seguito quanto scrissi per i suoi 89 anni.

A Giorgio Macchi
Mio maestro di Accademia e di Vita
Nel giorno del suo ottantanovesimo compleanno 12 gennaio 2019

Carissimo Giorgio ricordo bene il giorno in cui mi hai ricevuto al piano terra di Tolentini sede del laboratorio di scienza delle costruzioni del mitico IUAV di Venezia. Una mia semplice telefonata di richiesta di incontro e mi hai ricevuto pochi giorni dopo. Era una calda estate nel 1971 . Laureato da poco più di due anni e, respinto dalla mia università di Padova, certo non arreso da uno stop inatteso (ma rivelatosi nel tempo la mia più grande opportunità) ho subito cercato “casa accademica” a Venezia . Conoscevo la sua storia, sapevo che vi erano transitati Giulio Pizzetti e Franco Levi. Sapevo anche che la tua presenza veneziana era garanzia di elevata qualità scientifica cui si accompagnava una non comune attitudine alla progettualità strutturale . Insomma rappresentavi per me una straordinaria sintesi, sempre più rara, tra Accademia e Alta Professione, quella che io stesso fin da giovanissimo volevo perseguire. Con il tuo aiuto e il tuo esempio la meta mi sembrava non impossibile. La tua collocazione internazionale mi era ben nota. Dai Tall Buildings alle murature, ma  sopratutto il CEB. Culla del mio successivo percorso accademico da te guidato. Avvicinatomi a te con un certo timore reverenziale, mi hai  accolto con una affabilità inattesa. E , da subito, questo modo di porti verso un giovane  l’ho fatto mio, come una costante della mia vita. Da lì a pochi mesi, gennaio 1972 mi hai accolto nel tuo gruppo come vincitore di una borsa di addestramento didattico e scientifico. Il mio trampolino di lancio! Anche se dopo un paio d’anni hai lasciato Venezia per Pavia ivi assumendo il ruolo di preside di ingegneria, il mio legame con te non si è allentato! Tutt’altro! Nei decenni a venire sei sempre rimasto il mio punto di riferimento culturale e professionale . Ti sono debitore di una intera vita della quale mi hai mostrato i veri obbiettivi anche “etici”. Ti ho seguito nei tuoi successi intersecati tra ricerca, didattica e professione (un trinomio che ormai appartiene anche a me!) , traendone ispirazione in ogni mia azione. Ti ho ammirato per l’eclettismo culturale che hai dimostrato nel passaggio dal nuovo al costruito, dalla concezione strutturale coltissima che ha caratterizzato i tuoi progetti, alla pregnanza investigativa sui monumenti, in cui sei maestro indiscusso , dando seguito applicativo con i tuoi numerosi interventi di “messa in sicurezza” mai banali o scontati. Dal duomo di Pavia al campanile di Venezia. Dalla sacra Sindone alla Torre di Pisa fino alla cupola di San Pietro. Un percorso incredibile!Anche di questo ti sono debitore insegnandomi il “mestiere” antico con i necessari fondamenti storici nel pieno rispetto della fabbrica originaria. Ma il ricordo più vivo appartiene al mio primo ponte che mi ha visto con te partecipe di una straordinaria variazione progettuale da un progetto standard privo di pregio quale quello d’appalto ad un’opera di elevato valore tecnico ed estetico predisposto per durare nel tempo! Erano gli anni ‘80-‘90 ! Il viadotto di San Pietro in Gù a nord di Padova. Da ciò scaturirono poi tutti i miei studi sulla durabilità delle opere in calcestruzzo. Un esempio ripreso poi nella mia rivista Galileo che ebbi modo di distribuire ai miei studenti. E infine la gioia di aver promosso il conferimento integrale del tuo archivio  allo IUAV in quell’Archivio Progetti vanto dell’Università dove ho percorso l’intera mia vita accademica . Accanto ai grandi architetti tu a ben diritto dimostri come solo la cultura conta nella progettazione di qualità che resta nel tempo. Anche questo mi hai tramesso e di ciò meno vanto perché i miei successi accademici e professionali sono stati da te ispirati. Grazie Giorgio ! Capricorno anche tu come me. Determinato sempre a perseguire gli obbiettivi più alti e più difficili . Perché, come scrisse Goethe, la dove vi è la volontà sicuramente si trova anche la via! È proprio vero caro Giorgio che hai sempre lanciato il cuore oltre l’ostacolo. Anche questo me lo hai insegnato tu! Buon compleanno !
Enzo